Di cosa parliamo
Copiare a un esame è una pratica scorretta e dannosa, che può portare a gravi conseguenze. Tuttavia, è un comportamento molto comune ancora oggi, e anzi avvantaggiato dalla moderna tecnologia.
Per questo abbiamo pensato di dedicare un articolo ai più comuni metodi per copiare a un esame. Lo scopo non è incoraggiare una simile azione, ma fornire una panoramica completa sulle tecniche comunemente adoperate per imbrogliare a test, esami universitari, concorsi, e sui rischi.
Buona lettura!
I metodi per copiare a un esame
I metodi più adoperati per copiare a scuola, all’università o ai concorsi comprendono:
- Appunti nascosti: gli studenti possono nascondere appunti nelle maniche, sotto i vestiti, in oggetti come penne, borracce, dizionari o calcolatrici.
- Dispositivi elettronici: utilizzo di smartphone, smartwatch o altri dispositivi per ricevere informazioni.
- Segnali e comunicazione non verbale: gli studenti possono comunicare tra loro attraverso segnali discreti, o scambiandosi gli appunti.
- Auricolari spia: utilizzo di un auricolare invisibile per comunicare con un complice esterno.
- Formule o informazioni scritte su arredi: scrittura di informazioni sul banco, sulla sedia, o su altri oggetti.
- Modifica di materiali o oggetti consentiti: ad esempio, scrittura di informazioni all’interno di calcolatrici o etichette di bevande.
- Sostituzione del foglio d’esame: presentazione di un foglio d’esame precompilato che sostituisca quello originale.
Questa lista non è esaustiva, ma comprende gli stratagemmi più adoperati ancora oggi.
Come si può vedere, la tecnologia gioca un ruolo fondamentale. Auricolari spia, smartphone, smartwatch, ma anche penne scanner (sebbene meno pratiche) sono tra gli apparati più apprezzati per questa particolare esigenza.
Resistono però i metodi “analogici”, come i temari o gli appunti nascosti, così come il classico suggerimento del compagno secchione.
Una “preparazione” adeguata
Chi decide di copiare a un esame non improvvisa. Per imbrogliare con successo è necessaria una conoscenza anche minima dell’argomento. In questo modo, sarà più facile capire le domande e individuare il suggerimento più corretto.
La scelta del metodo di copiatura giusta dipende dal contesto. Ad esempio, la difficoltà dell’esame, il modo in cui è articolato, il luogo in cui si svolge, i docenti coinvolti.
Per esempio, se l’aula è schermata o è prevista la scansione con un metal detector o un rilevatore di cimici spia, occorrerà rinunciare ai gadget digitali.
Cosa si rischia copiando a un esame
Copiare a un esame è reato. La legge di riferimento è la n. 475 del 19 aprile 1925, che all’articolo 1 punisce chi:
“in esami o concorsi, prescritti o richiesti da autorità o pubbliche amministrazioni per il conferimento di lauree o di ogni altro grado o titolo scolastico o accademico, per l’abilitazione all’insegnamento e all’esercizio di una professione, per il rilascio di diplomi o patenti, presenta, come propri, dissertazioni, studi, pubblicazioni, progetti tecnici e, in genere, lavori che siano opera di altri.”
È una legge antiplagio. La pena va da un minimo di 3 mesi a un massimo di 1 anno. Se il tentativo ha successo, la pena non sarà inferiore ai 6 mesi.
Alla legge, si aggiungono le sanzioni dell’ente che ha indetto l’esame. Per esempio, si può essere esclusi dal test, sospesi o espulsi dal corso di studi.
Per questo, il consiglio finale non può che essere uno: studiare.