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Quando è obbligatorio un cartello di videosorveglianza?

Pubblicato il: 22 Aprile 2024
Una telecamera installata su una parete con il cartello di videosorveglianza

Un cartello di videosorveglianza a norma garantisce la trasparenza e il rispetto della privacy altrui sia in casa privata che in ambito aziendale e commerciale.. Si tratta di una pratica regolata dalla legge, in particolare dalla normativa sulla privacy e dagli interventi del Garante.

In questo articolo ci occuperemo di tutto ciò che attiene l’obbligo del cartello di videosorveglianza. Scoprirai tutto quello che c’è da sapere sui cartelli, i formati, cosa scrivere, dove posizionarli.

Perché l’obbligo del cartello di videosorveglianza?

In un’area videosorvegliata, è importante avere un segnale visibile che informi le persone della presenza di telecamere attive in un determinato spazio. E’ una misura di trasparenza a tutela della privacy di tutti. Il cartello svolge questa funzione: segnala la presenza di un impianto di videosorveglianza attivo.

L’obbligo è stabilito dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) e dalla normativa italiana in materia di privacy, che ha recepito la Direttiva UE 2016/680.

A seguito del mancato rispetto della normativa si può incorrere in sanzioni amministrative tra 2.500 e 36.000 euro, comminate dal Garante della privacy (art. 83, par. 5, del Regolamento GDPR) per mezzo di una ordinanza-ingiunzione.

Quando è obbligatorio il cartello in un’area videosorvegliata?

Il cartello di videosorveglianza è obbligatorio in tutti i casi in cui le telecamere sono installate in luoghi accessibili al pubblico o in ambienti di lavoro, a prescindere che si tratti di aree interne o esterne.

Ecco alcuni scenari specifici in cui è obbligatorio posizionare un cartello di videosorveglianza:

  • Aree commerciali e negozi: dove il flusso di clienti e visitatori è costante e si rende necessaria la sorveglianza per motivi di sicurezza.
  • Ambienti di lavoro: uffici, fabbriche o magazzini dove i lavoratori devono essere informati della presenza di sistemi di sorveglianza.
  • Strutture pubbliche come scuole, ospedali e istituzioni governative: in queste strutture, la presenza di telecamere deve essere chiaramente segnalata per informare visitatori e utenti.
  • Condomini e aree residenziali comuni: se le telecamere coprono aree comuni accessibili ai residenti o ai visitatori, è necessario informare della loro presenza.

In generale, ogni volta che un sistema di videosorveglianza può catturare immagini di persone senza il loro esplicito consenso, è importante informarle con la presenza di un cartello ben visibile.

Cosa deve contenere il cartello di videosorveglianza per essere a norma?

Per essere conforme, il cartello deve contenere una serie di informazioni che permettano alle persone di essere informate sulla videosorveglianza in atto.

Ecco gli elementi essenziali che un cartello di videosorveglianza deve includere secondo le linee guida del Garante:

  • Notifica di sorveglianza: una dichiarazione chiara che informa della presenza di telecamere di un impianto di videosorveglianza.
  • Identità del titolare del trattamento: il nome e i dettagli di contatto dell’ente o della persona fisica che gestisce il sistema di videosorveglianza.
  • Finalità della raccolta di dati: le ragioni specifiche per cui le immagini vengono registrate, ad esempio, per motivi di sicurezza.
  • Durata della conservazione delle immagini: ovvero l’arco di tempo in cui i video saranno conservati per gli scopi indicati.
  • Informazioni aggiuntive e accesso completo all’informativa: un riferimento a dove le persone possono trovare l’informativa completa sul trattamento dei dati personali raccolti (come indicato dall’articolo 13 del GDPR), spesso disponibile sul sito web dell’organizzazione o in altre forme accessibili in pubblico come bacheche.

Qui trovi un esempio di cartello per area videosorvegliata a norma di legge.

Nel cartello non è necessario rivelare la posizione precisa della telecamera, purché sia chiaro quale zona è soggetta a sorveglianza.

Infine, non è necessario acquistare un cartello online, può essere anche realizzato fai da te, a patto che rispetti le norme.

Dove posizionare il cartello?

Il posizionamento corretto dei cartelli di videosorveglianza è cruciale per assicurare la conformità alla normativa.

Tanto per cominciare, i cartelli devono essere posizionati prima che le persone entrino nell’area coperta dalle telecamere. Questo per dare loro la possibilità di decidere o meno se procedere in un’area sorvegliata.

I cartelli devono essere chiaramente visibili e non devono essere nascosti o oscurati in alcun modo.

Devono essere posti a un’altezza che permetta una facile lettura da parte delle persone che si avvicinano all’area, e in posizioni dove non sono suscettibili di essere coperti o rimossi facilmente.

I cartelli devono essere chiari e leggibili.

In alcuni casi, potrebbe essere necessario installare più cartelli se l’area sorvegliata è vasta o ha molteplici punti di accesso.  

L’obbligo del cartello di videosorveglianza in casa privata

L’obbligo di installazione di cartelli di videosorveglianza non si applica ai casi in cui il trattamento dei dati personali avviene nell’ambito di attività strettamente personali o domestiche.

È proprio il regolamento GDPR a chiarirlo, all’articolo 2:

“Il presente regolamento non si applica ai trattamenti di dati personali […] effettuati da una persona fisica per l’esercizio di attività a carattere esclusivamente personale o domestico”.

All’interno di una casa privata, dove le telecamere di sicurezza sono utilizzate solo per scopi personali, non è richiesto per legge posizionare un cartello che avvisi della presenza di sistemi di sorveglianza video. Vale tanto per gli impianti tradizionali che per le microtelecamere.

Come ha specificato il Garante, è importante:

  • Assicurarsi che le telecamere riprendano esclusivamente aree di pertinenza privata, senza includere spazi non di propria proprietà.
  • Implementare misure tecniche che permettano di oscurare parti delle immagini qualora sia necessario riprendere anche aree di terzi per garantire la sicurezza propria o dei propri beni.
  • Nel caso in cui le aree riprese siano soggette a servitù di passaggio di terzi, ottenere il consenso formale e una tantum dei titolari di tali diritti.
  • Evitare la ripresa di aree condominiali comuni, spazi appartenenti a terzi o aree aperte al pubblico, come strade pubbliche o zone di passaggio frequentato.
  • Non comunicare o diffondere a terzi le immagini catturate dalle telecamere.

Qualora si rispettino queste regole, il cartello non è obbligatorio.

Si può mettere il cartello di area videosorvegliata senza telecamere?

La normativa sulla protezione dei dati personali pone l’accento sui principi di liceità, correttezza e trasparenza. Pertanto, non è permesso l’uso di un cartello che segnala falsamente la presenza di telecamere di videosorveglianza a mo’ di deterrente.

Allo stesso modo, il Garante considera illecite (non illegali) le finte telecamere. E’ scritto nelle FAQ: «L’installazione meramente dimostrativa o artefatta, anche se non comporta trattamento di dati personali, può determinare forme di condizionamento nei movimenti e nei comportamenti delle persone in luoghi pubblici e privati e pertanto può essere legittimamente oggetto di contestazione».

AUTORE
Foto di Marco Sigismondi, esperto di tecniche di spionaggio e controspionaggio per Doctorspy

Marco Sigismondi

Marco Sigismondi è uno dei maggiori esperti in Italia di tecniche di investigazione, spionaggio e controspionaggio (TSCM). Grazie a un'attività di oltre dieci anni nel settore, ha maturato una profonda conoscenza delle metodologie avanzate e degli strumenti più innovativi nel campo della sorveglianza e della protezione delle informazioni. Esperto di bonifiche ambientali per Doctorspy.