Di cosa parliamo
E’ possibile adoperare una telecamera per controllare una badante? Cosa dice la legge? Quali dispositivi adoperare per sorvegliare colf, baby sitter e collaboratrici domestiche quando non sei in casa?
Se in famiglia hai un anziano o una persona non autosufficiente, è probabile che tu ti sia posto questi interrogativi. La cronaca è piena di episodi che hanno per protagonisti maltrattatori insospettabili e anziani indifesi.
In questo articolo, ti spiegheremo per filo e per segno tutto ciò che c’è da sapere su come sorvegliare una badante o una collaboratrice domestica.
Quali sono i tuoi diritti, quali gli obblighi nei confronti del personale, la normativa di riferimento e i rischi.
Riceverai, inoltre, alcune indicazioni sulle migliori micro telecamere in commercio. Cosa sono, come funzionano, dove posizionarle per rendere la tua casa un ambiente più sicuro.
Si può controllare una badante con una telecamera in casa?
Per rispondere a questa domanda occorre rifarsi alla normativa in materia di telecamere sul posto di lavoro.
Cosa dice la legge?
Secondo lo Statuto dei lavoratori (legge n. 300/1970), l’uso di telecamere è ammesso per controlli difensivi. Ovvero per:
- tutelare l’azienda da pericoli e minacce (tutela del patrimonio aziendale)
- esigenze organizzative e produttive
- migliorare la sicurezza sul lavoro
L’installazione dei dispositivi di videosorveglianza va fatta con l’autorizzazione dei sindacati o dell’ispettorato del lavoro, e in ogni caso non per controllare la prestazione lavorativa. Il semplice accordo con il dipendente non è sufficiente.
La presenza di telecamere deve essere segnalata con un apposito cartello.
Il datore di lavoro che non rispetta le regole commette un reato e può essere denunciato.
Torniamo al nostro caso. E’ possibile installare telecamere nascoste contro i ladri o per proteggere la casa, non per controllare se la badante lavori o meno.
La sentenza 585/1987 della Corte Costituzionale stabilisce però una natura “particolare” del rapporto di lavoro domestico. Questo significa che non è necessaria l’autorizzazione dei sindacati o dei lavoratori per attività di controllo a distanza. Basta il consenso scritto del lavoratore / lavoratrice.
Per agire in incognito e incastrare la badante che stia commettendo un reato, il semplice sospetto non basta. Servono prove dell’illecito.
La legge consente di effettuare registrazioni video di nascosto a patto che ci siano fondati motivi di credere che la colf stia rubando o maltrattando un anziano.
Tali registrazioni, però, non possono essere pubblicate sui social o diffuse in altro modo. La disciplina sul trattamento dei dati personali tutela il diritto alla riservatezza del lavoratore / lavoratrice (D.Lgs. n. 196/2003). Le immagini possono essere utilizzate per sporgere denuncia (entro tre mesi dall’illecito).
Nell’eventuale processo penale, le riprese video così ottenute avranno validità di prova.