Quando si parla di localizzatori GPS è facile imbattersi in termini come geofencing o geofence. Ma di cosa si tratta? Quali sono le applicazioni di questa tecnologia? Quali i rischi per la privacy?
Scopriamolo insieme!
Geofence o geofencing: cos’è, alcune applicazioni
Il geofencing è una tecnologia che segnala la posizione di un dispositivo in relazione a un perimetro virtuale (geofence, da “fence”, recinto).
E’ un’applicazione tipica dei tracker GPS e di qualsiasi dispositivo mobile (smartphone Android o iPhone inclusi) adoperato come terminale di un location-based service (LBS).
➝ Leggi anche: Che cos’è e come funziona il sistema di posizionamento GPS
A seconda della configurazione, il dispositivo invia notifiche o messaggi SMS al ricevente quando entra nel geofence o abbandona l’area geografica delimitata.
Perché utilizzare il geofencing? Per segnalare l’allontanamento di un’auto, un veicolo, un oggetto, monitorare gli spostamenti di una persona, un anziano non autosufficiente, un minore (parental control). Oppure inviare annunci pubblicitari mirati in relazione alla posizione del destinatari (c.d. geomarketing).
E ancora: monitorare la flotta dei veicoli aziendali, organizzare gli spostamenti dei dipendenti sul campo, automatizzare la timbratura di cartellini virtuali, tenere traccia di beni e proprietà dell’impresa.
Infine, controllare il volo di droni in zone a rischio.
Come funziona il geofencing
Grazie al geofencing, un dispositivo esegue una certa azione se l’utente entra o esce da un perimetro virtuale.
Per esempio, un localizzatore GPS per auto. Se la macchina si allontana dall’area impostata, il tracker invia una notifica o un SMS al proprietario. Non a caso si parla di antifurto GPS.
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O ancora: a una certa distanza da un negozio, ricevi una notifica sull’app dedicata con una promozione.
Quale che sia lo scopo, per utilizzare il geofencing è necessario stabilire un recinto virtuale intorno a una posizione.
Sui localizzatori satellitari è un’operazione semplice come tracciare un cerchio intorno a un punto su Google Maps. Nel caso di app e usi più sofisticati, l’integrazione passa per il lavoro di uno sviluppatore.
Un sistema di geofencing può essere impostato anche dagli utenti finali sfruttando specifiche app geofence iOs o Android.
Per esempio, Reminders per iOS consente di indicare una posizione in cui ricevere un avviso specifico tramite notifica. Idem EgiGeoZone, app geofence per Android.
Alla base di entrambe c’è il meccanismo del “if this, than that”, “se questo, allora quello”. Per esempio: se sono a un metro dalla porta di casa, accendi le luci. Gli eventi che fanno scattare l’azione desiderata in relazione alla propria posizione si chiamano trigger.
Il geofencing si usa anche per tracciare navi o bestiame. Fondamentale è anche il geofencing per drone.
Questi apparecchi sono programmati per segnalare ai piloti aree “sensibili”. Aeroporti, carceri, centrali elettriche, stadi, sedi istituzionali, luoghi in cui la normativa ENAC vieta o limita il volo.
Il geofencing sfrutta un database che suddivide lo spazio in quattro aree: zona verde, verde avanzato, gialla e rossa.
Nelle prime due il volo è consentito. Nella terza sono presenti restrizioni. Il proprietario riceverà un messaggio e per volare dovrà sbloccare l’app con le credenziali.
La zona rossa è interdetta. Il drone non potrà volare perché il firmware ne bloccherà il decollo.
Applicazioni del geofencing
Il rapido sviluppo della tecnologia mobile ha dato un notevole impulso a questa tecnologia.
Gli usi più comuni sono:
- monitoraggio di auto e veicoli, navi, bestiame, droni
- social networking
- marketing e coinvolgimento del pubblico
- smart home
- risorse umane
- sicurezza
Riguardo i social network, in base alla posizione è possibile visualizzare determinati contenuti o usufruire di specifiche funzioni.
Impostare un geo-fence aiuta il marketing e migliora il coinvolgimento del pubblico.
Sempre più negozi, strutture ricettive, ristoranti, locali sfruttano app con geofence. Per esempio, per comunicare sconti, promozioni, offerte o inviare coupon tramite notifiche.
Le segnalazioni possono scattare anche in prossimità dei competitor, suggerendo all’utente la possibilità di rivolgersi altrove.
Il geofencing, inoltre, viene utilizzato per coinvolgere persone a concerti, festival, manifestazioni. Un locale potrebbe utilizzare un recinto virtuale per raccogliere post sui social o fornire informazioni sull’evento.
Che dire, poi della domotica? Gli elettrodomestici “intelligenti” possono ricordarti di compiere una certa azione a seconda della tua posizione.
Il frigorifero potrebbe inviarti una notifica quando sei vicino al supermercato per ricordarti di comprare il latte. Oppure, potresti impostare l’accensione automatica del riscaldamento quando sei a una certa distanza da casa.
Importante è anche l’applicazione nel campo delle risorse umane.
Alcune aziende si affidano al geofencing per gestire gli spostamenti dei dipendenti fuori sede. Oppure per registrare entrate e uscite, come una sorta di “cartellino virtuale”.
Importante anche la funzione di sicurezza. Puoi impostare avvisi quando qualcuno entra o esce dalla tua abitazione, dal tuo ufficio o da una tua proprietà.
Puoi anche controllare gli spostamenti di un minore o di un anziano non autosufficiente, sfruttando localizzatori da indossare o il cellulare.
App di geofencing permettono, inoltre, di bloccare lo smartphone quando sei (o non sei) in un determinato luogo.
I problemi legati alla privacy
Un sistema come quello descritto non può non avere ripercussioni sulla privacy.
La necessità di proteggere beni, di tutelare la propria sicurezza, di efficientare la propria azienda e far crescere il business non dovrebbero comprimere il diritto alla riservatezza altrui.
I sistemi di geofencing non raccolgono informazioni sensibili, si limitano a tracciare gli spostamenti identificando l’utente con un IP.
Tuttavia, che succede quando queste informazioni s’incrociano con un database clienti, contenente i dati di chi acquista un prodotto o sottoscrive una tessera fedeltà?
Per l’installazione di GPS sulle auto aziendali, vale lo stesso principio delle telecamere sul luogo di lavoro.
Il titolare deve informare i dipendenti della presenza di tracker sui veicoli e i mezzi della flotta. Soprattutto, deve comunicarlo al sindacato o all’ispettorato del lavoro.
In ogni caso, l’utilizzo di tracciatori satellitari e sistemi di geofencing deve avere come finalità:
- la protezione dei beni aziendali
- la sicurezza del lavoro
- il miglioramento dell’organizzazione
Il controllo del dipendente non rientra negli usi ammessi.
Al di là delle legittime preoccupazioni, il futuro vedrà una maggior diffusione delle tecnologie legate al geofencing.
Solo negli Stati Uniti, l’industria del geofencing crescerà del 27% quest’anno.
C’è da scommettere che anche l’Europa e il nostro paese, pur con le dovute differenze, terranno il passo.